La storia si ripete sempre. E anche oggi, come già avvenne (con successo) nel 2004-2011, Lucca sarà chiamata a difendere la gestione della propria acqua davanti al Consiglio di Stato.
Apprendiamo infatti dalla stampa che l’Autorità idrica toscana ha conferito mandato ad un nuovo legale affinché proceda a impugnare la sentenza n. 633/2025 del TAR Toscana, che ha stabilito che non sussistono ostacoli di ordine giuridico affinché Lucca possa richiedere il riconoscimento della salvaguardia del proprio servizio idrico, e, quindi, il diritto di gestire autonomamente la propria acqua come egregiamente fatto fino ad oggi con la società comunale GEAL spa.
Nel comunicare la notizia, il Direttore generale di AIT si spinge fino a definire “innovativa” l’interpretazione adottata dal TAR per smentire le determinazioni dell’Autorità, aggiungendo che, qualora passasse questa impostazione ermeneutica, si avrebbero “conseguenze dirompenti sull’intero assetto dei servizi idrici nazionali”. A questo punto è lecito chiedersi quale sia il Paese in cui vive il Direttore Generaler di AIT, visto che non solo l’interpretazione adottata dal TAR può dirsi assolutamente consolidata, trovando fondamento in precedenti sentenze proprio del Consiglio di Stato (la n. 1113/2024 e la n. 1115/2024, giusto per fare alcuni esempi), ma oltretutto esistono già oggi Comuni che hanno ottenuto la stessa salvaguardia richiesta dal Comune di Lucca (è il caso dei Comuni di Solofra, Baiano, Serino, Avella, Sperone, Strambinello, Burolo, Palazzo Canavese ecc.) e non pare che si sia verificata quell’apocalisse amministrativa che invece AIT prospetta. Chiediamo quindi al Comune di Lucca e al primo cittadino di proseguire senza esitazioni nella battaglia per la salvaguardia della nostra acqua: Geal deve essere salvata.
Gruppo “Salviamo la nostra Acqua”