Ponte di San’Ansano, Difendere Lucca richiede un accesso agli atti sugli interventi della Provincia
Ponte di San’Ansano, D ...
Con una sequenza di chiusure mirate la
giunta Pardini sta portando avanti un piano ben preciso: smantellare
uno dopo l’altro i luoghi che rappresentano una visione del mondo
diversa da quella della destra. Non si tratta di chiusure casuali, né
di insuperabili questioni amministrative legate a regolamenti o a
scadenze di convenzioni: è un disegno politico chiaro, che colpisce
tutte quelle realtà che hanno rappresentato in questi anni la parte
più solidale, inclusiva e partecipativa della città.
Primo
bersaglio di questa strategia è stata la Casa della Memoria e della
Pace sulle mura urbane, chiusa per far posto a un nuovo punto di
informazioni turistiche, del quale, francamente, non si sentiva
l’esigenza visto che già a pochi passi, a Porta San Donato
Vecchia, esiste un punto informazioni ben funzionante. La Casa della
Memoria e della Pace, nata come luogo di approfondimento sui temi
della Resistenza, della storia del Novecento e dei diritti,
rappresentava un presidio culturale essenziale per Lucca, e la sua
chiusura è stata un segnale chiaro: in questa città la memoria
antifascista è diventata scomoda.
Poi è toccato alla Biblioteca
Popolare di San Concordio, gestita dall’associazione Cip. Anche qui
la scusa è stata l’apertura di una succursale dell’Agorà nel
quartiere. Ma è evidente che a essere sotto attacco non è la
funzione di biblioteca in sé, bensì la gestione di uno spazio che
aveva saputo trasformare la biblioteca in un luogo vivo, inclusivo,
dove si organizzavano dibattiti, cineforum, cene sociali, momenti di
incontro e riflessione sui temi della giustizia sociale,
dell’ambiente, dei diritti. In altre parole, una comunità di
persone e di idee che evidentemente non rientra nei canoni di chi
oggi governa Lucca.
Infine è arrivato lo sfratto a Equinozio, il
mercato equo e solidale ospitato sulle mura vicino alla casermetta
San Colombano, presidio territoriale di accoglienza, sicurezza,
legalità e giustizia sociale. Una realtà consolidata da anni, che
ha promosso il commercio etico, la solidarietà internazionale, il
consumo consapevole. Eppure, nonostante le oltre 2000 firme raccolte
in pochi giorni per difendere questa esperienza, l’amministrazione
ha deciso di far sloggiare l'attività entro settembre.
Perché?
Perché colpire proprio Equinozio, mentre altre realtà commerciali
sulle mura continuano tranquillamente a operare, anche ospitate in
immobili ristrutturati con fondi pubblici nell’ambito di un bando
di valorizzazione della Francigena che, poi, hanno preso un'altra
piega? Perché, a parità di regolamenti e convenzioni, si è scelta
questa attività, simbolo di inclusione, di giustizia sociale, di
comunità?
È evidente che la giunta Pardini non tollera spazi di
partecipazione e solidarietà, preferendo silenziare ogni forma di
dissenso culturale e sociale e finanziare con soldi pubblici, al
tempo stesso, i festival organizzati dell'estrema destra. È così
che si va smantellando un patrimonio di relazioni, di memoria e di
cultura che non si limita a quattro mura, ma è radicato nelle
persone, nelle associazioni, nei legami di comunità.
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