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  • 28/08/2025 18:44

Caro libri: “Studiare non deve essere un privilegio”

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) esprime forte preoccupazione di fronte alle notizie di questi giorni relative all’ennesimo incremento del costo dei libri scolastici e del corredo didattico. Mentre il dibattito pubblico si concentra sull’aumento dei prezzi degli zaini griffati o dei diari di moda, il vero nodo rimane l’accesso ai libri di testo, bene primario e strumento insostituibile di crescita culturale e civile.

Secondo i dati più recenti, la spesa media per studente ha raggiunto cifre impressionanti: circa 580 euro alle medie e oltre 1200 alle superiori. Un divario che non si colma con il digitale, poiché gli ebook, spesso vincolati da licenze non rivendibili, non hanno prodotto l’auspicata riduzione dei costi. L’editoria scolastica continua a registrare margini di crescita, a fronte di un calo degli studenti e di famiglie sempre più in difficoltà.

Il CNDDU sottolinea che l’aumento dei prezzi dei testi scolastici non è soltanto una questione economica, ma un vero e proprio problema di giustizia sociale e di diritti umani: il diritto all’istruzione, sancito dalla nostra Costituzione e da numerose convenzioni internazionali, rischia di essere svuotato di senso se lo studio diventa un privilegio per chi può permetterselo.

Accogliamo con favore l’incremento, pur limitato, del fondo ministeriale per l’acquisto dei libri di testo destinato alle famiglie meno abbienti. Tuttavia, riteniamo indispensabile un cambio di paradigma:

garantire una detrazione fiscale generalizzata delle spese per i libri scolastici, sul modello delle spese sanitarie;

ampliare la soglia ISEE per l’accesso ai contributi, in modo da includere anche quel ceto medio sempre più fragile;

favorire la circolazione dell’usato e delle edizioni digitali effettivamente convenienti, evitando che la logica commerciale delle nuove edizioni soffochi il diritto allo studio;

promuovere sperimentazioni di biblioteche scolastiche digitali condivise, che possano alleggerire il peso economico senza compromettere la qualità dell’apprendimento.

Non è accettabile che il primo giorno di scuola, che dovrebbe essere una festa civile per l’intero Paese, si trasformi per troppe famiglie in un motivo di ansia e sacrifici insostenibili. Una società che non investe seriamente sull’accessibilità della cultura mina le fondamenta stesse della democrazia.

Il CNDDU continuerà a sollecitare le istituzioni affinché il diritto allo studio non rimanga uno slogan, ma diventi un impegno concreto e verificabile.

prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

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