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  • 16/10/2025 14:46

Padellaro e Rapisarda al festival L’Augusta, sulle tracce di Almirante e Berlinguer e la retorica dell’antifascismo

Padellaro e Rapisarda al festival L’Augusta, sulle tracce di Almirante e Berlinguer e la retorica dell’antifascismo Saranno due giornalisti ad animare il prossimo incontro del festival L’Augusta - la Fortezza delle Idee che si terrà giovedì 23 ottobre alle ore 21 presso la Casa del Boia in via dei Bacchettoni: ospiti Antonio Padellaro - ex direttore e attuale editorialista de Il Fatto Quotidiano - e il direttore del Secolo d’Italia Antonio Rapisarda, moderati dal loro collega Fabrizio Vincenti. Due direttori a confronto, due modi di interpretare, leggere e vivere la politica e le dicotomie che attraversano il dibattito pubblico: politica-antipolitica, passato-presente, fascismo-antifascismo. Padellaro e Rapisarda si confronteranno all'Augusta per spiegare le loro opinioni, spesso diverse ma non necessariamente contrapposte. La traccia del dibattito sarà data da due libri di Padellaro: "Antifascisti immaginari” e “Il gesto di Almirante a Berlinguer”. Il primo è un testo che fa discutere perché, forse per la prima volta da sinistra, si guarda con distacco alla retorica dell'antifascismo da utilizzare sempre e comunque; il secondo è il racconto degli incontri segreti avvenuti tra il 1978 e il 1979 tra i leader di MSI e PCI. Una vicenda umana e politica che dimostra ancora una volta come la realtà sia sempre più complessa delle semplificazioni che, soprattutto ora nell’era dei social e dell’insulto mediatico, in tanti alimentano, limitandosi ad accapigliarsi sul busto di Mussolini a casa La Russa o sul perché Giorgia Meloni non si dichiari antifascista, rendendo il tutto quasi macchiettistico e perciò sempre meno credibile. L’accesso all’evento è libero, previa prenotazione del posto a sedere su piattaforma Eventbrite.

I commenti

In realtà la bagarre fascismo-antifascismo fa parte dell'armamentario di specchietti per gli allocchi dei due schieramenti del finto bipolarismo che da 30 anni rovina il Paese. L'importante è distrarre i cittadini con lo show perché non disturbino l'unica sola politica: privatizzazioni, smantellamento dello Stato del lavoro della Sanità ecc l'unica cosa che serve a questa politica del pilota automatico sono dei garanti degli interessi economico-finanziari che davvero comandano, piazzati ai vari livelli. La Meloni dopo Draghi Gentiloni Letta Monti ecc Giani a livello di Regione Toscana e a livelli locali personaggi tipo Menesini votato presidente del Consiglio comunale anche da una destra che non aveva nessuna intenzione di prendere Capannori. Come non ne aveva di conquistare la Regione Toscana dove non ha mai fatto vera opposizione. Per questo è tutto macchiettistico e poco credibile. Infatti vota meno del 50% degli elettori.

Anonimo - 17/10/2025 12:10

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