UNA VERA MOSTRA DIDATTICA JURASSICA
UNA VERA MOSTRA DIDATTIC ...

Non
 ci sono sorprese nei dati sulla chiusura dell'export del 2022 per le 
imprese manifatturiere di Lucca, Pistoia e Prato: l'andamento positivo 
dei primi tre trimestri si conferma anche nel quarto e porta 
l'incremento dell'anno a +20,9% sul 2021 e a +25,4% sull'ultimo anno pre-crisi, il 2019 (dati Istat elaborati dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord). Prestazioni, queste, abbastanza uniformi sulle tre province e che
 vanno lette considerando come sempre che i dati Istat sull'export 
segnalano a livello provinciale i soli valori delle merci e non i loro volumi. 
"I
 fenomeni inflattivi giocano un ruolo molto consistente nella formazione
 di valori così alti dell'export, che portano il totale manifatturiero 
del nostro territorio Lucca-Pistoia-Prato a superare nel 2022 i 10 
miliardi con un saldo positivo rispetto all'import di 4,1 miliardi - 
commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini -.
 Pertanto i confronti con gli anni precedenti non dicono molto sulle 
effettive prestazioni delle nostre imprese nell'export del 2022: ma che i
 risultati siano buoni emerge dal confronto con i dati toscano e 
italiano, rispettivamente a quota +14,1% e +19,2% sul 2021. La 
propensione all'export costituisce del resto un punto di forza di quasi 
tutti i settori presenti nel territorio di Confindustria Toscana Nord. 
Le imprese hanno saputo assorbire, anche se con non pochi danni a 
livello di bilancio, gli incrementi di costi, a cominciare da quelli 
energetici, e a rimanere nonostante tutto competitive sui mercati. 
Indubbiamente hanno aiutato le ormai consolidate strategie di 
qualificazione dei prodotti, che hanno consentito di sfuggire alla 
competizione particolarmente agguerrita sui prodotti basici o di fascia 
bassa. E' una situazione comunque al limite, un equilibrio precario che 
difficilmente reggerebbe ad altri scossoni violenti come quelli che 
abbiamo subito. Fondamentale quindi che l'Italia, che, non bisogna 
dimenticarlo, vive soprattutto di export, tuteli al massimo le sue 
aziende e la loro competitività."
Daniele Matteini 
illustra anche i dati di Pistoia: "Nell'export manifatturiero Pistoia 
cresce del 31,7% nel 2022 rispetto all'anno precedente, e del 14,5% sull'anno pre-covid
 2019. I segni sono positivi su quasi tutti i settori, con performance 
tuttavia anche molto diverse. Tutti col segno più i numeri dei vari 
segmenti del comparto dei prodotti del tessile-abbigliamento, pelli e 
accessori, a cui afferisce il tipico settore delle calzature. 
Quest'ultimo nel 2022 mostra una forte risalita (+40,1%
 sul 2021), tappa importante verso il recupero dei valori pre-covid 
ancora da raggiungere (-21,1% rispetto al 2019); positiva la voce legno e
 prodotti in legno, carta e stampa (+36,8%), così come la chimica (+33,6%), la gomma-plastica
 (+27,8%); positivo, anche se non a livello di altri segmenti, il 
settore alimentare (+13,3%). Perdono nell'anno macchinari e apparecchi 
(-21,65%), nonostante le buone prestazioni (+8,3%) del 4° trimestre. 
L'arretramento della voce mobili (-6,3%), che include anche i materassi,
 risente verosimilmente delle dinamiche degli anni della pandemia, 
quando questi beni durevoli destinati alla casa hanno avuto un 
particolare successo presso i consumatori. In generale ci si può 
considerare soddisfatti; anche se i risultati sui mercati stranieri sono
 l'effetto dello sforzo compiuto dalle industria pistoiesi, che, nel 
corso dell'anno, hanno pagato l'aumento delle materie prime, la 
difficoltà a operare soprattutto in certi Paesi, l'aumento dei costi 
energetici. Una situazione che dobbiamo considerare eccezionale, e a cui
 non ci possiamo - né noi né chi è preposto a governare la politica industriale del Paese - assolutamente assuefare."
"Il
 dato dell'export di Lucca nel 2022 registra +20,2% sul 2021 e 
ben +32,9% sul 2019 e può quindi dirsi senz'altro soddisfacente - 
aggiunge Tiziano Pieretti, vicepresidente di Confindustria Toscana Nord -. Da
 segnalare l'exploit della carta con +63,2% sul 2021 e un valore quasi 
uguale (+62,4%) sul 2019: con queste prestazioni il cartario arriva a 
rappresentare il 27,7% del valore totale dell'export lucchese. Nessun 
trionfalismo, però: il settore ha risentito e risente più di altri 
dell'incremento dei costi energetici e, anche se le imprese sono riuscite a trasferire sui mercati una parte di questi aggravi, questi risultati sono il segnale di una situazione che è stata e rimane tuttora anomala. Per gli altri settori, nel confronto con il 2021 la farmaceutica segna +56,9%, il
 lapideo +21% (inteso come pietre tagliate e lavorate, comparto 
predominante nel nostro territorio; l'estrattivo viceversa è nettamente 
negativo, -16,9%), la chimica +16,9%, l'alimentare +15,4%, la gomma-plastica +12,3%, i macchinari +9%; anche la moda, con un incremento di +17,5% sull'anno precedente, è ormai a distanza di solo un paio di punti dai livelli del 2019. Rispetto all'anno precedente, negativa la nautica con -7,1%, un dato che però non preoccupa considerando le buone prestazioni del settore negli ultimi anni, il +24,4% sul 2019 e l'andamento fisiologicamente altalenante di un comparto con cicli di lavorazione, e quindi anche di consegna e di fatturazione, molto lunghi."
"Il 2022 ha visto incrementi significativi dell'export manifatturiero pratese - conclude Fabia Romagnoli, vicepresidente di Confindustria Toscana Nord -. Per il complesso dei settori l'aumento è del 17,5% sul 2021
 e del +19,8% sul 2019. Il tessile è a quota +21,9% (+20,3% se si 
considera l'intero distretto) sul 2021; rispetto al 2019, però, 
l'incremento è un più modesto +10,2%. I segnali di rallentamento emersi 
nella produzione tessile trovano un riscontro anche nei dati 
dell'export: il 4° trimestre 2022 ha segnato solo +2,9% sullo stesso 
periodo dell'anno precedente. Andamento inverso, rispetto ai dati 
annuali, per l'abbigliamento che, dopo un 4° trimestre 2022 negativo 
(-8,7%), chiude l'anno con +9,9% sul 2021, a fronte di un miglior 
risultato, +20%, sul 2019. Molto positivi, anche se riferiti a settori 
con una quota esigua di export sul totale pratese, i risultati di gomma-plastica (+38,5% sul 2021 e +66,9% sul 2019), farmaceutica (+52,3% sul 2021, +55,5% sul 2019), chimica
 (+21,6% sul 2021, +36,4% sul 2019), macchinari e apparecchi (+26,7% sul
 2021, +59,4% sul 2019). Come comparto specifico all'interno di 
quest'ultimo settore, però, è diverso l'andamento del meccanotessile, 
che cresce rispetto al 2019 (+8,8%) ma ha una lieve flessione (-2,3%) 
rispetto a un 2021 che però poteva dirsi eccezionalmente positivo, con 
+59,3% sulla caduta del 2020 e il recupero già in quell'anno delle 
perdite subite con la pandemia."
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