UNA VERA MOSTRA DIDATTICA JURASSICA
UNA VERA MOSTRA DIDATTIC ...

Fra i molti aspetti che il nuovo Codice degli appalti disciplina, e su 
cui il dibattito è aperto a tutti gli attori del mondo dell'edilizia, 
uno in particolare desta preoccupazione negli imprenditori iscritti ad 
Ance Toscana Nord. 
Ne parla la presidente Daria Orlandi: 
"Il Codice prevede che per alcuni tipo di reato la mera richiesta di 
rinvio a giudizio - o l'applicazione di misure cautelari -  siano 
elemento sufficiente per attribuire alle stazioni appaltanti la facoltà 
di escludere l'impresa da una gara. Quindi, se da un lato dal momento 
del rinvio a giudizio il legale dell'imprenditore  procederà 
all’esercizio delle più opportune difese dell'imputato (e quindi esiste 
al momento un semplice "fumus" di reato, tutto da dimostrare), 
dall'altra la stazione appaltante risulta già investita di competenze 
penalistiche, e può adottare provvedimento in pregiudizio dell'imputato.
 Sinceramente un sovvertimento di poteri nella materia più delicata del 
diritto, quella relativa alla libertà personale e di impresa della 
persona. Siamo molto, molto preoccupati di questo approccio, che non 
esitiamo a definire approssimativo e pericolose per le imprese e per il 
sistema".
"E' evidente che il testo del Codice degli appalti, in 
questo articolo, confligge con i più elementari principi costituzionali -
 afferma il vicepresidente pistoiese di Ance Toscana Nord, Giacomo Salvi-
 ed è evidente che le imprese che saranno colpite da questo 
provvedimento dovranno ricorrere proprio a quella magistratura le cui 
prerogative sono ben scolpite nel nostro sistema giuridico;  prevedibile
 una pioggia di ricorsi e controricorsi avverso quelle stazioni 
appaltanti che escluderanno dalla procedura un concorrente senza nemmeno
 attendere il primo grado di giudizio".
Infine,  il commento in merito  alla novità normativa di Oliviero Del Debbio,
 vicepresidente Ance Toscana Nord per Lucca: "Si rischia di paralizzare 
il sistema, in questo momento in cui la realizzazione di opere deve 
essere accelerata e non certo gravata da atti di legittima tutela 
dell'imprenditore che ricorresse contro l'espulsione da una procedura, 
gara, affidamento o negoziazione con la pubblica amministrazione in 
virtù di una norma palesemente incongruente con il  sistema  italiano di
 garanzie dell'imputato".
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