ECCO PERCHE’ LE MORTI  E GLI INFORTUNI  SUL LAVORO AUMENTANO !
								
                                                                
    
  
   Di Umberto Franchi
  
    
  
    
  
    
  
   Secondo i dati INAIL nel primo quadrimestre  del 2023 (30 
aprile 2023) ,  i morti sul lavoro sono stati n. 264, n.3 in più risetto
 al 2022.  La media dei morti continua ad essere di tre al giorno per 
365 giorni ... una vera tragedia.
  
    
  
   Per affrontare la sicurezza nei luoghi di lavoro, spesso 
vengono effettuati protocolli di intesa tra le OO.SS. i rappresentati 
dei datori di lavoro e le istituzioni locali  che di norma non  servono a
 niente... ed anche l’incremento che viene richiesto di più controlli 
nei luoghi di lavoro , da parte degli Ispettori dell’Inail, Inps e del 
lavoro, sono soltanto dei palliativi  (anche se andrebbero fatti) . 
  
    
  
   MA PERCHE’ LO STILLICIDIO  DEI IMORTI E GLI INFORTUNI SUL LAVORO SONO IN CONTINUA CRESCITA ?
  
    
  
   LA RISPOSTA VA ARTICOLATA COME SEGUE:
  
    
  
 
   - La prevenzione degli infortuni sul lavoro viene 
effettuata in base ad una legge che si chiama “Testo Unico Sulla 
Sicurezza” (ex legge n. 626). La quale prevede un sistema di 
partecipazione sostanzialmente corporativa, attraverso la valutazione 
dei rischi esistenti in azienda ed il programma di interventi, 
coinvolgendo    4 figure: il Rappresentante dei lavoratori RLS; il 
Responsabile alla prevenzione e sicurezza dell’azienda SPP; il Medico 
Competente; il Datore di Lavoro;
  
   - Negli incontri annuali per fare la valutazione dei rischi
 esistenti tra i quattro soggetti sopra menzionati , di norma il 
Rappresentante de lavoratori (RLS) è alla “mercede” degli altri soggetti
 legati all’interesse dell’azienda : Datore di Lavoro proprietario 
dell’azienda,  Responsabile alla sicurezza (SPP) dipendente pagato 
dall’azienda , Medico competente pagato dall’azienda.    Nella sostanza 
la valutazione dei rischi viene fatta in modo burocratico per adempiere 
ad un obbligo di legge,  in  base a quanto sostengono il Responsabile 
alla Sicurezza, il medico competente, il Datore di Lavoro con i 
Rappresentante dei Lavoratori che è sempre in minoranza e si adegua a 
ciò che gli viene detto dagli altri interlocutori .
  
   - Quello che manca è il coinvolgimento di tutti i 
lavoratori nella valutazione dei rischi esistenti in ogni reparto o 
gruppo di lavoro omogeneo , affinché siano essi a dare al loro 
rappresentante ( RLS ) le indicazioni soggettive sui rischi reali 
esistenti, che molto spesso, oltre che la mancanza di accorgimenti 
tecnici di prevenzione sugli impianti, i rischi dipendono dalla qualità 
dei processi produttivi ed organizzativi;
  
   - Infatti se andiamo a verificare i motivi degli infortuni e dei morti sul lavoro ci accorgiamo che   essi
 non sono “incidenti” sul lavoro , ma sono morti sostanzialmente 
 programmate da una organizzazione capitalista  del lavoro,  che ha 
messo al suo centro il risparmio di tutti i costi compresi quelli della 
prevenzione, formazione, informazione, addestramento ...  al solo  fine 
di fare più profitti. Possiamo verificare con certezza che “gli 
incidenti” avvengono in stragrande maggioranza a causa dei carichi di 
lavoro aumentati, della mancanza di organici, a causa  degli 
straordinari, soprattutto  tra i lavoratori precari, tra i dipendenti 
delle ditte in appalto e subappalto e false cooperative.
  
  
   Occorre quindi constatare , che oggi non basta andare a 
definire in modo burocratico ogni anno la valutazione dei rischi 
riempiendo un apposito verbale al fine,  non di effettuare la 
prevenzione da possibili incidenti ,ma solo per non fare prendere multe 
all’azienda in caso di ispezione da parte degli Ispettorati del lavoro.
  
    
  
   Esiste  un fatto  culturale e di potere economico , con la 
maggioranza delle imprese che adottano un modello di organizzazione del 
lavoro flessibile e precario. In Italia ci sono settori, come ad esempio
 la cantieristica navale, dove per ogni lavoratore fisso , ve ne sono 
almeno due precari assunti a tempo determinato,  spesso attraverso 
contratti pirata e pagati con pochi euro senza nessuna formazione, 
informazione ed addestramento sui rischi esistenti e costretti ad 
accettare ogni tipo di lavoro a rischio nonché tutte  condizioni 
 vessatorie, perché se reclamano vengono  subito licenziati.
  
    
  
   Ora in Italia continuano ad esservi 45 forme di lavoro 
precari in base ad una legge detta “Biagi” del 2003 ed inoltre è stato 
anche cancellato l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori.
  
    
  
   Dobbiamo quindi capire (a partire dalle Organizzazioni 
Sindacali)  che l’aumento continuo degli infortuni è strettamente legato
 ad un modello di sviluppo distorto con al centro la ricerca del massimo
 profitto scontando migliaia di morti sul lavoro.
  
    
  
   Le imprese giustificano questa loro barbara logica, come 
necessità   per essere  più competitivi   nella globalizzazione sui 
mercati mondiali... ma non è così : in verità la competitività delle 
imprese sui mercati, si misura  proprio dalla capacita di effettuare 
“Investimenti Alti”  innovativi ed  investimenti intensi anche sulla 
sicurezza... ma la maggioranza dei datori di lavoro pensano  solo   di 
fare nell’immediato  più profitti,  ed ad investire i propri capital in 
attività finanziarie speculative senza rischio di impresa.
  
    
  
   Quindi  quello che avviene nelle fabbriche oggi, 
  rappresenta molto bene lo scontro in atto  tra capitale e lavoro e 
tutta la debolezza del sindacato, delle RLS, dei lavoratori !
  
    
  
    
  
    
  
   A mio parere  Il punto vero per ridurre gli 
infortuni e morti sul lavoro , sta nel fatto che occorre ripartire dalla
 contrattazione dell’organizzazione del lavoro, degli orari di lavoro,  
degli investimenti da effettuare, del come e del per cosa si 
lavora...con il rifiuto del lavoro a rischio...Non serviranno a niente 
ne i  controlli ispettivi e nemmeno altre leggi... Per questo è 
necessario fare la valutazione dei rischi esistenti che riparta dalla 
soggettività operaia...dal riempimento dei questionari da parte  dei 
gruppi omogeni. per dopo contrattare  gli organici necessari, gli orari 
di lavoro, gli investimenti alla prevenzione sugli impianti e 
nell’ambiente, la formazione informazione addestramento di chi lavoro e 
di chi dirige l’azienda.
  
    
  
    Occorre quindi  che siano le Organizzazioni Sindacali a 
sviluppare un movimento che come negli anni 70 riparta dalla 
soggettività operaia... per dopo fare la contrattazione necessaria 
 utilizzando gli scioperi necessari.
  
    
  
   Occorre anche  abolire tutte le leggi che creano il lavoro 
precario  a partire  dalla legge n. 30 “Biagi” e ripristinare l’art. 18 
dello Statuto dei Lavoratori
  
    
  
   Non dimentichiamo mai , che  l’art. 32 della Costituzione 
sostiene che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto 
dell’individuo ed interesse della collettività... mentre l’art. 41 
sostiene che l’iniziativa economica non può svolgersi in contrasto con 
l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla 
libertà, alla dignità umana.
  
    
  
    
  
    
  
   Umberto Franchi già Dirigente Sindacale CGIL , anche per la prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro 
  
    
  
 
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
  
   Lucca 5 giugno 2023