Beatrice Venezi: ecco perché la sua nomina a Direttore musicale della Fenice è un passo falso per la cultura del Paese
Sulla nomina della maestra Beatrice Venezi, salvo alcuni commentatori che parlano di valutare il suo futuro lavoro alla Fenice di Venezia, la grande maggioranza – compresa soprattutto l’orchestra della Fenice e le maestranze tutte – critica la lottizzazione attuata dal Governo. Ne sono pure convinti gli affezionati spettatori.
Il Sovrintendente aveva assicurato ai lavoratori della Fenice che nessuna nomina sarebbe stata attuata senza la loro previa consultazione. Poi ha ignorato questo impegno al fine di evitare il chiacchiericcio che il tema delle nomine avrebbe alimentato. Il sovrintendente si è sbilanciato a dire che il curriculum della Maestra Venezi è ottimo e ha proseguito: “Credo che sulle critiche pesino componenti extra musicali; la sua posizione politica, il fatto che è donna, c’è un certo sessismo. Ho anticipato io la nomina per evitare interferenze, tanto che la Maestra Venezi assumerà ufficialmente l’incarico di Direttore musicale a partire dall’ottobre 2026, con un mandato che si estenderà fino a marzo 2030”.
Rincara la dose, a favore della Venezi, il sottosegretario alla Cultura Gianmaria Mazzi sostenendo che in passato Diego Matheuz, direttore d’orchestra venezuelano, ventisettenne, astro nascente, venne assunto dalla Fenice, su suggerimento di Claudio Abbado, alla carica di Direttore principale, non certo quella di direttore musicale. Per due anni condusse più di un concerto, oltre a riprendere alcuni titoli d’opera. Sempre Mazzi in un incontro a Mestre ha sostento che “a dettare la politica culturale non sono certo gli intellettuali salottieri, né la consorteria dei professori d’orchestra, ma saranno solo gli italiani e i giovani di talento”.
Qualche settimana fa i rappresentanti dei lavoratori richiedevano una possibile revoca ma la risposta è stata negativa. Così, dopo un rapido sondaggio con i dipendenti, è stato proclamato lo sciopero, facendo così saltare la prima dell’opera Wozzeck di Alban Berg. In luogo di questa esecuzione è stata indetta una manifestazione pubblica, molto affollata, sono stati eseguiti brani d’opera che intervallavano gli interventi dei sindacalisti che illustravano le ragioni dello sciopero.
Nel nostro Paese, alla fine degli anni Novanta, si era immaginato di creare un accoppiamento tra Pubblico (Fus, Fondo unico dello spettacolo) e Privato per finanziare l’opera lirica. Si pensava che riservando qualche posto nel Consiglio di amministrazione spingesse i privati a finanziare l’opera. Il risultato è stato che solo la Scala è riuscita nell’intento, visto che ha un finanziamento assai rilevante che si avvicina al Fus. Le altre fondazione liriche, pur attuando politiche di risparmio e godendo di qualche apporto privato, contano essenzialmente sul Fus per conseguire, almeno, il pareggio di bilancio.
Il governo attuale sta preparando una nuova legge (Codice dello Spettacolo) per la quale le Fondazioni Lirico-sinfoniche passerebbero sotto il controllo del ministero. “Il ruolo resta formalmente quello di organo di gestione, ma i nuovi vincoli lo svuotano di potere, dimezzando le responsabilità, ne indeboliscono l’azione” (Cristiano Chiarot). Ciò premesso, il rapporto con il Pubblico (leggi ministero della Cultura), diventa determinante.
Attualmente il Sovrintendente viene nominato dal ministero su proposta del consiglio di indirizzo. Alla Fenice, in questi mesi, dopo il passaggio di Ortombrina alla Scala, il nuovo Sovrintendente è stato nominato dal ministero, mentre il comitato di indirizzo si è limitato a prenderne atto.
Lo stesso è avvenuto per la nomina di Beatrice Venezi. Ebbene l’articolo 10 comma 2d dello Statuto della Fenice recita: “Il sovrintendete si avvale, se nominato, del Direttore musicale e sulla base del bilancio preventivo, predispone i programmi di attività da sottoporre, al Consiglio di indirizzo”. Spetterà quindi alla Direttrice musicale concorrere, con il Sovrintendete, alla messa a punto delle stagioni liriche e sinfoniche.
Finora in Fenice, il ruolo di Direttore musicale non era coperto. Si era però aperta un’opportunità. Grazie ad un rapporto di amicizia sia con Cristiano Chiarot che con Fortunato Ortombrina, venne stabilita una proficua collaborazione con Myung-Whun Chung: varie aperture delle Stagioni operistiche e almeno due concerti all’anno. Il Maestro utilizzava le prove come momenti formativi, insegnando metodi per migliorare le singole performance degli orchestrali. Adesso Chung è in attesa di assumere il ruolo prestigioso di Direttore Musicale alla Scala, sostituendo il maestro Chailly che lo ricopriva dal 2015.
La nomina della Maestra Beatrice Venezi a Direttore musicale del Teatro La Fenice rappresenta un passo falso per la cultura del Paese. La Fenice è un teatro importante nel mondo della lirica. Nelle ultime Sovraintendenze (Chiarot e Ortombrina) il Teatro ha guadagnato stima internazionale, grazie anche al flusso di turisti che lo frequentano. Ha scritturato cantanti di rilevo per la lirica e prestigiosi direttori d’orchestra per la stagione sinfonica, non manca poi Musikàmera che completa così l’offerta artistica della Fenice.
Continuano però le azioni da parte del ministero e della stampa di destra per sostenere la Maestra Venezi. Il Sovrintendente ha impedito, prima del concerto, la lettura di un manifesto, in cui si esprimono le motivazioni della agitazione in corso, tanto che gli orchestrali, vestiti in frac e imbavagliati, hanno dovuto distribuire al pubblico, mentre entrava a teatro, volantini con il testo.
A suo tempo, il sindaco Brugnaro e il Consiglio di indirizzo hanno espresso “grande soddisfazione per la scelta”, sottolineando come la nomina “rappresenti un significativo valore aggiunto per l’attività del Teatro in termini di professionalità, visibilità internazionale, energia e rinnovamento”. All’improvviso sono apparsi in Rete annunci del tipo: “Beatrice Venezi viene considerata una figura di spicco tra i direttori d’orchestra più giovani”. Mah!
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