La città brasiliana di Joinville ha insignito l’imprenditore lucchese Fabio Perini della medaglia “Dona Francisca”
La città brasiliana d ...
ma davvero pensa quello che scrive ?
Ogni volta che questa direttora-direttrice-direttore-conduttora-conduttrice fa qualcosa non si parla mai di come e' stata l'esecuzione ( se non grande successo e cose vaghe). Qualcuno si pronuncia se questa ragazza ( in Italia sono ancora ragazzi) e' capace? sa interpretare, sa tirarsi dietro una orchestra e tirarci fuori il meglio, oppure ci accontentiamo di uno svolazzamento di capelli biondi e festa finita ? Io ricordo che anche quando all'Auditorium a Roma arrivavano direttori ed interpreti blasonati qualche critico il giorno dopo sul giornale entrava nel merito delle interpretazioni, delle scelte fatte in termini di movimenti, stacchi, velocita' coloriture dei pezzi.
Qui si sente solo dire piazza piena ( era gratis), tanti applausi e poi le sterili questioni di stampo politico.
....mi dica un po' se questa roba Le sembra superata:
Dall’Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
Penso Lei sappia di cosa si tratta......
.....L'inno allo shampoo esiste già da anni ed è insuperabile. Andava eseguito in Piazza Grande alla fine del concerto pucciniano. Sarebbe stata l'apoteosi.
Se lo ascolti:
https://www.youtube.com/watch?v=ccqcpOLaMk8
La lezione di Beatrice Venezi
E a proposito di etichette, come si diverte certo mondo a dividere i buoni dai cattivi, come hanno fatto con Beatrice Venezi, definita addirittura “neofascista” per il fatto di aver accettato un incarico dal ministero della Cultura del governo Meloni e di aver partecipato a una convention di Fratelli d'Italia, ma lei ha reagito con una fermezza e uno stile che vale molto più delle stanche grida degli antifascisti di facciata che veicolano invece con la loro richiesta di censure un pensiero sì fascista, “non posso accettare censure”, ha detto, “e credo che neanche Puccini le avrebbe accettate”, ed esegue l'Inno a Roma così la voce dell'Arte si libra nell'aria libera, incurante di chi non la capisce e riduce tutto alle tristi categorie politiche, umiliando gli strilli impazziti di chi ha perso il senso della realtà.
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