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Da degrado delle Ex Offici ...

PIERLUIGI FONTANA CE L’HA FATTA:
      IL PILOTA HA RAGGIUNTO CAPO HORN DOPO 11 MILA CHILOMETRI E 30
        GIORNI DI VIAGGIO
    
    
    
    LUCCA, 21 novembre 2022 - L’impresa è riuscita, la storia si è
    ripetuta: Pierluigi Fontana, erede della grande tradizione
    motoristica e imprenditoriale lucchese, taglia il traguardo
      della Lima-Capo Horn, il rally che lo ha portato, a bordo
    della sua Fiat 2300S Coupé del 1966, a percorrere 11mila
      chilometri in 30 giorni, attraverso un pezzo importante di Sud
    America. Ieri, domenica 20, l’equipaggio formato da Fontana e Michele
      Lumbroso, in veste di navigatore, è passato sotto l’arco di
    Capo Horn.
    Fontana era partito lo scorso 22 ottobre da Lima, con il numero 20
    che faceva bella mostra di sé sulla fiancata dell’auto che lo ha
    portato, negli anni, anche sulla Parigi-Pechino e sul Tour
      de Corse. 
    
    Un mese tra scenari mozzafiato e paesaggi che lasciano senza parole:
    dal Perù fino alla Terra dei Fuochi, attraversando Bolivia,
    Argentina e Cile, tra strade bianche e asfaltate, raggiungendo
    altezze considerevoli (anche 5000 metri) con una media di circa 600
    km al giorno percorsi. Una tappa al giorno per 30 giorni, per un
    rally vero e proprio con tempi e percorrenze. La gara è stata poi
    intervallata anche da prove di velocità  pura negli autodromi
    argentini. Con un’altezza media di 3560 metri, l’equipaggio ha corso
    e attraversato zone desertiche e vallate lussureggianti, ha sfiorato
    il Salar de Uyuni, il lago Titicaca, Machu Picchu e molto altro per
    poi approdare nell’ultimo avamposto del continente, Capo Horn.
    Un’impresa coraggiosa e molto faticosa, come racconta lo stesso
    Fontana, che in alcuni momenti ha messo a dura prova l’auto:
    imprevisti che hanno richiesto la massima concentrazione e una
    determinazione senza eguali.
    
    Pierluigi Fontana, erede della grande tradizione motoristica e
    imprenditoriale lucchese, ha sulle spalle grandi imprese che non è
    eccessivo definire eroiche. Suo padre, Eugenio Fontana,
    soprannominato Pallino, era un campione e nella sua carriera
    motoristica ha corso con Nuvolari, Trozzi, Brivio e Arcangeli. 
    
    Alle note, a bordo della Fiat del ’66, Fontana è stato assistito da
    Michele Lumbroso, fine conoscitore delle auto storiche, consigliere
    e commissario tecnico del Club Balestrero. L’auto, invece, era stata
    preparata per la traversata nell'officina di Mauro Prampolini di
    Carrara, tecnico esperto che negli anni ha lavorato in Ferrari e in
    Lamborghini.
    
    Fontana, dunque, ce l’ha fatta, ha tagliato ancora una volta il
    traguardo: a lui e a tutto il suo team, vanno i complimenti di Aci
    Lucca, che da subito ha sostenuto e seguito con passione l’avventura
    del pilota lucchese. 
                                                            Pallino era il soprannome dello zio che stava in Spagna, non del padre Eugenio
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