Centro storico ..città di ricchi
Lentamente il centro stori ...
Io me lo ricordo bene anche ai miei tempi non era così chiaro quasi roseo ...
E poi ricordatevi che lo avete scelto come reliquia dei Lucchesi e quelle non si restaurono mai ... suvvia siate seri una volta ogni tanto .
Quasi quasi mi pento di essermi speso così tanto per voi , forse era meglio se vi lasciavo nelle mani dei Perfidi Fiorentini che ormai vi hanno sottomesso.
Costruccio Castracani degli Antelminelli
Francamente leggo i commenti e provo a formulare una mia idea, ma veramente questa volta sono in difficolta'.
Scuro, se vogliamo sporco, come era trasmetteva quel senso di sacralita' antichissima e devozione.
Adesso a seconda di come si guarda, o in modo sacrilego lo si paragona ad un fumetto di Jacovitti, oppure si pensa ai sentimenti religiosi che suscito' quando, nel medioevo, usci cosi' dalla bottega del suo fattore e portato in Chiesa. Se quello e' il suo vero volto forse e' giusto che si mostri per come e'. D'altro canto invece penso a quante generazioni lo hanno visto e venerato nell'altro aspetto .Non so, ma per fortuna ho anche il ricordo diretto di come era. E' un po' come il Papa. Se lo hai visto dal vivo e poi muore, ti rimane sempre il ricordo dal vivo, anche se ti ripropinano immagini in tv.
Il Micheletti dice che è stato errato trattarlo come un'opera d'arte. Mi pare ovvio che un restauratore, cui metti in mano un'opera d'arte, la tratti come tale. Ma i restauratori non sono artisti. Un artista potrebbe anche dipingere la veste del Volto Santo come fosse un tessuto fantasia o una tuta da astronauta; i restauratori però non sono artisti ed hanno solo ripulito lo sporco, ovvero il grasso delle candele e patine applicate tra il 1300 ed il 1500, riportando in vista null'altro che i colori originali. Direi che ora la statua è molto più bella e che, per i credenti, invita molto più di prima alla preghiera. Tutto il resto è solo attaccamento ad un'immagine abituale.
Massimo Giambastiani
vorrei sapere chi è colui che ha avuto l'ideona di rifare il Volto Santo, non ho parole, è stato come restaurare una reliquia, io non ha mai visto restaurare una reliquia....
anonimo - 14/09/2025 15:12@immagine tradizioanale e' uno sbaglio o fatto apposta ?
eh - 14/09/2025 13:42sono d'accordo con Bruno Micheletti:
"Trattato come un’opera d’arte – è la conclusione – e non come un oggetto di culto, è stato dissacrato, togliendogli quell’aura di sacralità e riverenza che ha sempre avuto sui lucchesi”.
vediamo quando sarà riposto nel tempietto se susciterà sacralità e riverenza come prima del restauro.
Per gente come me quasi sessantenne, i colori che ha mi hanno scioccato, ma è bellissimo anche se meno austero rispetto a prima, sembra fatto ieri, quando avrà preso un po' di patina antica sarà ancora più bello.
anonimo - 14/09/2025 11:46Quella della fotografia è l'immagine tradizionale, ma certo ora è molto più bello di prima.
anonimo - 14/09/2025 03:03sapete che vi dico, mi garbava così com'è in foto, forse perchè ci sono abituato a vederlo così, ma mi comunicava più solennità e timore, perchè è vero Cristo accoglie ma è anche giustizia e se non fai quello che dice ti manda all'inferno!
anonimo - 13/09/2025 16:24 Il cuore della città ha ripreso a battere con più forza. Dopo tre anni di attesa, il Volto Santo è stato restituito allo sguardo dei fedeli e dei visitatori, e mai come ora appare vivo, luminoso, commovente.
Il crocifisso ligneo del IX secolo, simbolo assoluto della città e della sua identità, è uscito trasformato dal restauro curato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze: non più l’immagine scurita e severa che per secoli ci aveva accompagnato, ma una figura che sprigiona colore, preziosità, intensita'.
Sotto gli strati di pitture tardive è riemersa la veste blu, ottenuta da lapislazzuli purissimi, con le bordure dorate che riflettono la luce come fiamme. Gli occhi vitrei, fusi con vetro romano, brillano di nuovo: lo sguardo del Cristo non è più velato, ma diretto, quasi ipnotico, capace di attraversare chi lo osserva.
Il grande nimbo semicircolare, un sole d’argento e di gemme, racconta la potenza artistica e spirituale di un’opera che per secoli è stata faro per pellegrini, principi, viandanti.
Non è soltanto un restauro: è una rinascita collettiva. Lucca ritrova il suo emblema nella sua forma più antica e più vera. Nel giorno della Luminara, la città intera potrà contemplarlo rinnovato, e la festa della Santa Croce acquisterà una luce diversa: quella di un simbolo che torna a parlare con forza, come mille anni fa.
Il Volto Santo è più che mai “terribilis” — come lo descrivevano i cronisti medievali — ma anche vicino, umano, con quel volto che non allontana ma accoglie.
Un lavoro di tale portata non sarebbe stato possibile senza il sostegno concreto della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, che ha creduto e investito in questo progetto, e senza la tenacia dell’Ente Chiesa Cattedrale di San Martino.
Ma soprattutto, il ringraziamento più grande va agli artigiani, restauratori, studiosi e maestri dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, che con pazienza, rigore e passione hanno ridato voce e luce a un’opera che non appartiene solo alla storia dell’arte, ma al presente di chi la guarda.
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Il ruolo delle istituzioni
Anche la giunta comunale di Lucca ha accompagnato da vicino il percorso, offrendo patrocinio istituzionale, supporto organizzativo e attenzione costante all’impatto culturale e turistico del restauro. Non un ruolo economico primario, ma una presenza civica fondamentale: quella di un’amministrazione che riconosce nel Volto Santo il cuore identitario della città e lo valorizza come patrimonio di tutti.
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