Le “scelte coraggiose” del Comune? Un copione stanco travestito da modernità
Certe proposte assurde che sembra di essere tornati agli anni ’90, quando bastava spostare un mercato o piantare quattro alberi per dire di aver “ripensato la città”. Qui non c’è nessuna visione coraggiosa: solo la solita politica del rattoppo e dello spostamento del problema altrove.
Si parla di “nuova area per Luna Park” e “spostamento dei mercati”, ma senza spiegare dove e come, come se i cittadini e i lavoratori fossero pedine da spostare sulla mappa. Si propone di trasformare l’area Don Baroni in parcheggio “alberato”, un eufemismo elegante per dire altro cemento.
Il “tram-gomma” poi è la trovata più surreale: una corsia elettrica tra strade già strozzate, come se bastasse una navetta per risolvere anni di caos viario e mancanza di pianificazione. Prima si costruiscono due palazzetti dello sport senza parcheggi adeguati e senza un vero piano di mobilità, poi si cerca di giustificare tutto con un giocattolo su ruote.
E mentre si sogna la “città contemporanea”, gli assi viari restano una promessa, le periferie continuano a vivere nel degrado, e i quartieri popolari aspettano da decenni una riqualificazione vera. Si parla di “spostare il campo Rom” come fosse un arredo scomodo da nascondere, invece di risolvere socialmente la questione.
La verità è che Lucca non ha bisogno di altri slogan urbanistici o di architetti da salotto: ha bisogno di strade sicure, trasporti pubblici seri e una politica che guardi ai cittadini reali, non ai rendering patinati. Queste non sono scelte coraggiose, ma scelte comode.
Un lucchese stanco delle finte rivoluzioni urbanistiche