CHIUNQUE VINCERA’ LE ELEZIONI , GOVERNERA’ COME VUOLE  “IL PARTITO EUROPEO”
								
                                                                LO SQUILIBRIO ITALIANO NEGLI ANNI 20 DEL NUOVO SECOLO
 
   
 
  
 
   
 
  
 
   
 
  
    Negli anni 60/70, attraverso grandi lotte sociali profondamente 
estese , fu rotto il compromesso interclassista   e messo in discussione
 il ruolo del capitalismo instaurando  un sistema produttivo di stampo 
Keynesiano  che redistribuiva la ricchezza ed assicurava  il lavoro, 
diritti e stato sociale, a tutte le fasce dei ceti subordinati presenti 
in Italia .   
  
 
   
 
  
    Ma la storia degli ultimi 30 anni , a partire dal 1992,  è segnata 
dai fatti che vedono in concomitanza il crollo dell’URSS, il dilagare 
della corruzione,  l’avvitamento giudiziario di tangentopoli e  il 
mercato unico di Maastricht...uniti all’avvio della distruzione del 
sistema dei partiti e del metabolismo politico che aveva fatto della DC 
il partito interclassista fondamentale per la borghesia italiana e del 
PCI il partito di riferimento delle masse popolari. 
  
 
   
 
  
    A partire dal 1992 si apre un trentennio di instabilità politica 
all’insegna della distruzione dello stato sociale, dello smantellamento 
dei beni pubblici dello Stato, con un sistema predatorio neoliberista, 
che ci ha portato in una situazione disperata, nella quale “il lavoro” 
da “fondamento della Repubblica” è diventato un “costo” per le imprese, 
costo che scaricano sui lavoratori   con salari di fame o con il lavoro 
flessibile e  precariato, con le  “delocalizzazioni ”,  con 1.400 morti 
sul lavoro ogni anno,  con mancanza dei diritti e gettando  sul lastrico
 migliaia di famiglie. 
  
 
   
 
  
    In questo contesto avviene anche il trasformismo di massa,  con le 
nuove formazioni politiche che incarnano spezzoni degli strati di 
classe  prima raccolti principalmente dai due partiti DC – PCI, con una 
conformazione interclassista   che  con lo scioglimento della DC e la  
trasformazione del PCI in PDS , nonché  la chiusura delle sezioni e 
delle “Cellule del PCI” nelle fabbriche,...prende  l’avvio della 
politica spettacolo televisiva,  il sopravvento dei mas/media fazioso ed
 al soldo padronale   sulle vecchie forme organizzative di massa, 
generando vuoto culturale  e  ampliando forme di  individualismo. 
  
 
   
 
  
    La realtà si modifica soprattutto a causa dell’indebolimento del 
ruolo del sindacato e dei lavoratori nel decidere il come, il perché ed 
il  per cosa si lavora ... dando così il via  anche alla svendita del   
patrimonio in proprietà pubblica demaniale del Popolo , rendendoci tutti
 poveri, togliendo il futuro alle giovani generazioni. 
  
 
   
 
  
    Sotto il motto “c’è lo chiede l’Europa” ,  nel 1990 , prima  Carlo 
Azeglio Ciampi e dopo con  Giuliano Amato, si è proceduto alla 
privatizzazione di tutte le banche pubbliche,  nonché alle 
“privatizzazioni” effettuate da Amato nel 1992 riguardanti: L’ENI, 
l’INA, l’ENEL e l’IRI, con le sue mille aziende pubbliche e oltre 
seicentomila dipendenti finiti sul lastrico ... 
  
 
   
 
  
    Hanno fatto seguito  le svendite di Prodi, riguardanti aziende 
pubbliche come, ad esempio, la Telecom, ora in mano francese,  le 
autostrade privatizzate da Berlusconi... ma sotto lo slogan del “meno 
Stato più mercato”  si sono distinti anche  Letta che ha privatizzato la
 produzione e la distribuzione del gas, Bersani, che ha privatizzato la 
produzione e la distribuzione dell’energia elettrica, fino alle ultime 
 “privatizzazioni”, previste da Draghi con il suo disegno di legge sulla
 “concorrenza”, che hanno riguardato tutti i servizi pubblici 
essenziali, compreso la privatizzazione dell’acqua pubblica, in pieno 
dispregio del referendum famoso del 2011. 
  
 
   
 
  
    L’ascesa elettorale prima  del partito azienda Forza Italia  di 
Berlusconi e successivamente della lega e dei 5S e del trasformismo di 
Alleanza Nazionale oggi Fratelli d’Italia e dalla mutazione morfologica 
del PD... evidenzia come le disuguaglianze si siano ingigantite mentre 
gli squilibri italiani si siano avvitati in crisi insolubili per via 
parlamentare ordinaria , aprendo la via a uomini dell’establishment 
europeista (o partito europeo) , che in concorso con il quirinale e la 
bankitalia  è stata la principale ancora di appoggio a sostegno delle 
classi dominanti . 
  
 
   
 
  
    In questo contesto le varie crisi dei governi di centrodestra e 
centrosinistra , sono stati spesso risolti attraverso decisioni dei 
poteri Europei instaurando governi tecnici   , con l’Europeismo 
dall’alto che si fa governo con  esecutivi di durata limitata che hanno 
il fine di riallineare i governi italiani alla linea europea. Questo è 
avvento con i governi di Amato, Ciampi, Prodi, Monti, Draghi. 
  
 
   
 
  
    L’ITALIA DI OGGI  SI CARATTERIZZA PER : 
  
 
   
 
  
 
   
 
  
 
   
 
  
 
   - per l’insufficienza degli strumenti statali e politici di 
sostegno alla crescita economica e sociale in grado di indirizzare 
l’economia in termini socialmente compatibili con le esigenze del 
lavoro, dei lavoratori  e dell’ambiente. In sostanza c’è una non 
corrispondenza tra struttura economica e struttura politica;
  
   - Il vincolo esterno europeo che continua e la pluralità di 
sovrastrutture Europe, ovvero dei poteri politici, economici, finanziari
 e speculativi  multilivelli dell’Unione,  con la cessione di sovranità 
ad essi , per cui le prerogative e le competenze nazionali sono stati 
quasi tutti ceduti ai poteri Europei ;
  
   - Per l’attitudine italiana di collocarsi al traino del ciclo 
Europeo attraverso u Europeismo passivo, e l’atlantismo ad oltranza, se 
pure con qualche oscillazione, in cui è apparsa la possibilità di un 
ruolo trainante di Roma, ma sono stati solo brevi squarci ;
  
   - Per il sostegno sostanziale al “partito Europeo” fatto di 
asservimento ai grandi gruppi economici, editoriali e speculativi, che 
si rilevano come cardine della linea strategica Europea , dove il ciclo 
politico del capitalismo si caratterizza per la sua determinazione 
liberista ed imperialista;
  
   - Per i limiti della concentrazione dei capitali e la dipendenza 
dal debito pubblico in quanto non si vogliono affrontare i nodi del 
taglio del medesimo debito;
  
   - Per la sudditanza agli USA e le collisione esterne impresse dal 
declino delle potenze Atlantiche a fronte della ascesa dell’Asia, in 
modo particolare della Cina.
  
  
    Oggi nel pieno di una campagna elettorale   che oltre a confermare 
tutti i tratti degli squilibri italiani sopra menzionati , con l’Europa 
del Recovery fund che significa due punti di PIL all’anno destinati da 
Bruxelles all’Italia tra prestiti e sovvenzioni, con la piena guerra per
 procura in Ucraina sovvenzionata, pianificata, diretta dagli USA/NATO 
... con una una realtà caratterizzata dall’incredibile speculazione “con
 il permesso Europeo”  all’aumento mastodontico  del prezzo del gas, con
 la crisi energetica, con il  carovita trascinato dall’inflazione a due 
cifre, con la povertà che avanza in modo pauroso, e con dall’incertezza 
geopolitica nel Mondo... nessuna forza parlamentare di centrodestra o di
 centrosinistra , destinata a prendere la maggioranza dei voti con una 
legge infame  (Rosatellum) ,  avrà la forza e l’autonomia necessaria per
 esercitare un minimo di sovranità... 
  
 
   
 
  
    Essa potrà governare solo se si allineerà velocemente al “partito 
Europeo”  senza  mettere in discussione l’appartenenza all’Eur, le 
scelte del PNNR,  la collocazione Atlantica, la guerra e le armi  in 
Ucraina, tanto che il partito Fratelli d’Italia con la Meloni dato dai 
sondaggi per vincente,  si è affrettato a dare assicurazioni definendosi
 filoatlantica, pragmatica senza voler  apportare modifiche al PNRR, in 
perfetta linea con Draghi. 
  
 
   
 
  
 
   
 
  
    Credo che in questa realtà, l’obiettivo più importante da perseguire
 con il proprio voto, non sia quello del  “voto utile” (che utile non 
potrebbe mai essere), ma quello di portare in Parlamento delle persone 
che chiaramente sono contro il pensiero neoliberista e l’attuale sistema
 economico che questo ha generato. E in proposito mi permetto solo di 
ricordare che questo fine appare con chiarezza  nel programma di “Unione
 popolare”. 
  
 
   
 
  
 
   
 
  
 
   
 
  
 
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
  
    Umberto Franchi 14 settembre 2022