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Chiusura del Chiosco "Specialità da Piero": la fine di un'attività economica
è sempre una notizia triste, e dispiace che non sia arrivata a buon fine
la ricerca di una soluzione di compromesso tra Comune e i gestori.
Oltre al comunicato di addio dei proprietari, che si rammaricano e annunciano un saluto alla città il 30 agosto, leggiamo da un comunicato del Comune che "il chiosco non aveva alcun titolo edilizio ed era quindi totalmente abusivo e doveva essere rimosso dal gestore".
Una vera e propria beffa se ricordiamo la veemenza con cui fino a pochi anni fa l'ex candidato sindaco del centrodestra e leader dell'opposizione,
Remo Santini, si schierava a spada tratta a difesa del mantenimento della localizzazione davanti porta Santa Maria.
Allora infatti Santini, che ora è assessore al turismo, periodicamente tuonava contro l'amministrazione comunale, con frasi come "Il chiosco deve rimanere lì", "volere è potere", chiedendo di difendere la lucchesità delle tradizioni ad ogni costo. Ma ora, occupata la poltrona, è tutto archiviato.
L'attuale giunta di destra, arrivata al potere, si limita alle ormai famigerate feste e lucine, ed a inaugurare opere già avviate. Per il resto, si sta sistematicamente rimangiando le promesse della campagna elettorale e le battaglie fatte quando era all'opposizione.
Gabriele Olivati – capogruppo di Lucca Futura
Il punto è: assistiamo basiti alll’ennesimo fallimento di una giunta che prometteva le nuvole, e che ha deluso tutti, compresi molti degli elettori hard-core e quelli più casual che avevano semplicemente abboccato all’amo del liceale sorridente. A votare questa accozzaglia di parolai incapaci, bugiardi e impreparati - oltre che violenti, fascisti e diffamatori - resteranno gli ultras da eccellenza e pochi altri.
anonimo - 30/08/2025 01:26Anche se lei non mi è mai piaciuto, stavolta devo condividere totalmente.
anonimo - 29/08/2025 10:27I baracchini sotto le Mura sono spariti tutti. Presso Porta San Pietro c'era il Chiosco Nelli; una bella notte prese fuoco e il Comune dovette rispondere ai proprietari che volevano rifar il baracchino che lì, in area vincolata, non si poteva rifare. Il Nelli ha riaperto altrove e festa finita. A Porta Santa Maria poi, proprio di fronte al Bombolonaro, c'era un altro baracchino che vendeva agli e verdure varie. Anche quello fu fatto chiudere. Non si capisce perché questo Piero dovrebbe subire una sorte diversa dagli altri!! Anche perché non chiuderà, bensì si trasferirà in altra zona della città. Certo qualcuno dirà che sugli spalti, in zona vincolata, ci fanno Comics e concertoni. Sgombero subito il campo dicendo che per me Comics e Concertoni dovrebbero farli altrove; ovviamente riescono a farli lì con l'antico trucco italico del definire Comics e concertoni "provvisori".
anonimo - 29/08/2025 01:40Salve come titolare dell'attività rammarica leggere tali dichiarazioni dall'ente. Vorremmo sapere quale siano state le azioni intraprese per fare proseguire l'attività? Ci piacerebbe che rispondesse in maniera chiara sulle azioni che avrebbe intrapreso l'ente su come far proseguire l'attività.
Peccato che l'articolo omette la chiusura di una domanda di condono regolarmente aperta dal 1986 e sulla quale l'ente ha di nuovo risposto tramite la commissione paesaggistica con un ulteriore diniego e con il blocco delle concessioni e autorizzazioni dal lontano 2018. É facile dichiarare oggi che siamo abusivi quando avevamo tutti i titoli per esercitare e che sono stati modificati i regolamenti comunali per trovare la strada più semplice. Come mai non ci è mai stato risposto dove effettivamente un attività a chiosco poteva essere aperta? Come mai non si è pensato negli anni ad attuare un regolamento che si occupasse di disciplinare le realtà a chiosco a Lucca come succede in altre realtà italiane? Peccato che a queste domande non ci è mai stata data risposta e oggi è penoso leggere dichiarazioni che siamo una realtà abusiva senza titolo.. oltretutto sì da marzo abbiamo chiuso la partita iva.. spiegatemi come potevamo mantenerla senza la possibilità di realizzare tale attività in altre sedi e oltretutto abbiamo aspettato un incontro che poi è avvenuto a fine giugno per avere l'ennesima presa in giro chiedendoci nei fatti altro tempo di attesa e di proseguire senza gli stessi titoli che oggi dichiara che non abbiamo più.
La chiusura definitiva del chiosco dei bomboloni di Piero fa riflettere su come il mercato sfrenato e l'immobilismo delle amministrazioni che dovrebbero regolarlo stia distruggendo il tessuto economico della città.
Opporsi all'ondata di chiusure di attività commerciali tradizionali, al dettaglio e rivolte ai residenti, che colpisce la città da anni, non significa opporsi a un qualche inevitabile progresso, ma a una precisa idea liberista dell'economia locale condivisa sia dalla giunta attuale che dalla precedente.
Se molti commercianti sono costretti a chiudere è a causa dello spopolamento del centro, fenomeno tutt'altro che inevitabile se si volesse davvero colpire la speculazione immobiliare.
Infatti la proliferazione dell'affitto breve turistico sta sostituendo sempre più quello lungo residenziale, e grazie alle piattaforme online Airb&b e Booking.com nel 2024 si è avuto l'aumento record in Italia dei prezzi dei pernottamenti: +20% secondo l'Unione Nazionale dei Consumatori.
Il prezzo di questi rincari lo pagano le famiglie lavoratrici lucchesi, che non possono più permettersi di vivere in città e ne sono spinte sempre più lontano, i giovani che non trovano case in affitto, e i negozianti costretti a chiudere i battenti.
I fondi delle attività cessate spesso restano abbandonati, tranne quelli posti lungo le direttrici principali del turismo.
È lì che proliferano i nuovi padroni della città: catene, franchising, negozi di souvenir e ristoranti.
Questi locali sono solitamente standardizzati, uguali tra loro e ad altri in ogni altra città d'Italia, spesso rivolti esclusivamente ai turisti e con prezzi sempre in aumento.
È il mercato che li fa moltiplicare, ma è la città a lasciarsi vendere senza porre alcuna condizione, né per la difesa del lavoro, né per la tutela del patrimonio storico, culturale e tradizionale.
Così le attività si concentrano nelle mani di sempre meno imprenditori e il lavoro di qualità in aziende stabili e familiari è sostituito da quello precario.
Serve un cambiamento radicale per la nostra città, serve adottare provvedimenti che vadano a calmierare l'incidenza e gli effetti del turismo sul nostro tessuto socio-economico, permettendo una regolamentazione che possa far convivere l'accoglienza con il diritto dei cittadini e delle cittadine di vivere la città ....
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